- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

Per leggere tutte le poesie sinora pubblicate su larioinpoesia: scorri in basso, sino ad incontrare l'ultima poesia.
Noterai la scritta "Post più vecchi". Cliccandola, incontrerai via via tutte le pagine inserite, a partire dal gennaio 2008.

mercoledì 28 ottobre 2015

Si affacciava alla finestra... la sera ...





S’affacciava alla finestra... la sera...
Davanti a sé il lago...
Che increspava le onde lungo le rive....
Lasciandole passare...
Un luogo suggestivo che incantava
Un linguaggio celeste
Ove acque si mischiavano al cielo
E lo sguardo alle cornici dei monti...
Ed iniziava a sognare nel blu della notte
Di quel lago incantato
Ed il cielo inondato di stelle brillanti
Che parean gioielli...
Il riflesso del lago argentato
Specchiava i suoi sogni
Che puntualmente il vento provvedea
A portare via...
Li avea inseguiti a lungo i suoi sogni
Lasciandoli fluire...
Trasportati da quella corrente
Che fluttuante in un vortice dissolvea.
Quel lago incantato e luogo di poesia
Che la vita le avea cambiato
Con pensieri aggrovigliati...
E rimase ferma ad ascoltare...
Un lago calmo con la sua “Breva”
Nella sua leggera brezza
Mettea tutto a tacere nel tempo,
Con il pacato silenzio.
Il lieve respiro dell’aria
Che profumava dei fiori di azalee
E che si inondava sulla sua pelle
Quasi parea lo sfioro di una carezza...
Il suo corpo era fermo ad ammirare i suoi movimenti...
Gli occhi attenti al luccichio...
Che profondea sulle onde...
Increspate e bianche...
Avea assaporato quella leggera brezza
Che i “Lagheè” chiamavan “Breva”
E per la prima volta quel mattino
Avea respirato aria che racchiudea tutta la dolcezza del suo cuore.
Nessuno potea turbar le sue emozioni...
Unicamente si sentìa qualche rumore...
Ma non era il suo cuore...
Eran gli scafi che se ne andavano...
Da una sponda all’altra ritornavano...
Poiché a volte in fuga...
Talvolta così vicini, ma così lontani...
Il lago nascondea i segreti degli umani...
Eppur il cuore non avea confini
E facea tornare come bambini...
Ma il cuor tuo era di pietra
E riposava sul fondo in mezzo alla creta.
Il suo fondo sconfinato
Le accendea la fantasia
Un luogo rinomato...
Profuso di maestria.
Un dì una farfalla...
Volerà nell’azzurro...
Con le sue ali un disegno bizzarro...
E sopra un lago di ghiaccio...
L’avvolgerà in un abbraccio.
Chissà se un giorno
Aspettando il silenzio della notte
Con la calma dell’anima, il suo lago
Dell’altrui sorte riuscirà a restituirle i suoi sogni!
.
da Marcella Marchi - Tremezzina - (CO)

.

Nessun commento: