- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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mercoledì 28 ottobre 2015

Ossessione


(...)
Il mio lago mi è restato accanto.

Dolce compagno hai raccolto i miei pensieri
che come onda cavalcavano la mente.
Nelle ore tempestose
restavo ad ammirarti per ore,
fino al tuo dolce imbrunire
sul far della sera
dove tremule luci
increspate dall'onda
rinviavi alla mia languida mente.
(...)
Tu, mio lago, mi hai guidata
dolcemente accarezzata,
hai lavato il mio dolore
regalandomi il conforto
nelle ore tempestose.
Ora io ho bisogno,
mentre avanzo a fatica,
ma ora so che sei mia guida
nella luce universale.


.

da Gianna Binda - (Como)
.

Si affacciava alla finestra... la sera ...





S’affacciava alla finestra... la sera...
Davanti a sé il lago...
Che increspava le onde lungo le rive....
Lasciandole passare...
Un luogo suggestivo che incantava
Un linguaggio celeste
Ove acque si mischiavano al cielo
E lo sguardo alle cornici dei monti...
Ed iniziava a sognare nel blu della notte
Di quel lago incantato
Ed il cielo inondato di stelle brillanti
Che parean gioielli...
Il riflesso del lago argentato
Specchiava i suoi sogni
Che puntualmente il vento provvedea
A portare via...
Li avea inseguiti a lungo i suoi sogni
Lasciandoli fluire...
Trasportati da quella corrente
Che fluttuante in un vortice dissolvea.
Quel lago incantato e luogo di poesia
Che la vita le avea cambiato
Con pensieri aggrovigliati...
E rimase ferma ad ascoltare...
Un lago calmo con la sua “Breva”
Nella sua leggera brezza
Mettea tutto a tacere nel tempo,
Con il pacato silenzio.
Il lieve respiro dell’aria
Che profumava dei fiori di azalee
E che si inondava sulla sua pelle
Quasi parea lo sfioro di una carezza...
Il suo corpo era fermo ad ammirare i suoi movimenti...
Gli occhi attenti al luccichio...
Che profondea sulle onde...
Increspate e bianche...
Avea assaporato quella leggera brezza
Che i “Lagheè” chiamavan “Breva”
E per la prima volta quel mattino
Avea respirato aria che racchiudea tutta la dolcezza del suo cuore.
Nessuno potea turbar le sue emozioni...
Unicamente si sentìa qualche rumore...
Ma non era il suo cuore...
Eran gli scafi che se ne andavano...
Da una sponda all’altra ritornavano...
Poiché a volte in fuga...
Talvolta così vicini, ma così lontani...
Il lago nascondea i segreti degli umani...
Eppur il cuore non avea confini
E facea tornare come bambini...
Ma il cuor tuo era di pietra
E riposava sul fondo in mezzo alla creta.
Il suo fondo sconfinato
Le accendea la fantasia
Un luogo rinomato...
Profuso di maestria.
Un dì una farfalla...
Volerà nell’azzurro...
Con le sue ali un disegno bizzarro...
E sopra un lago di ghiaccio...
L’avvolgerà in un abbraccio.
Chissà se un giorno
Aspettando il silenzio della notte
Con la calma dell’anima, il suo lago
Dell’altrui sorte riuscirà a restituirle i suoi sogni!
.
da Marcella Marchi - Tremezzina - (CO)

.

"Si vedrà"


Restavo a contemplare
il lago che mi confortava.
Iniquamente rea
d'aver abbandonato
chi beneficiava
di percorsi incondivisi,
io sola ho pensato: "Si vedrá ".

Ancora il lago mi ascoltava. 

Contrastato
il dialogo, figlio d'amore,
straziata di tormento,
ho seguito la mia strada
e la voce interiore
mi avvisava: "Si vedrá".


Ora l'onda la mia mano accarezzava.
Con il filo dell'ardore
ho ricucito
i frutti dell'amore,
dilaniati dal dolore.
L'Universo mi ha guidata,
"Si vedrá" mi ha confidato.

Anche il freddo inverno
con candide trine aveva ornato 

l'olmo che costeggiava l'amato lago.
Ancor quando
tutto sembrava svanito,
fumosi sogni han abbandonato il mattino,

l'ora di speranza si è colorata
Fulgida stella che guida il mattino
mi ha sussurrato: "Si vedrá"!

Ora ondeggia dinanzi a me il lago,
in questo tempo di spazio
che sa d'infinito,
ancora non ho trovato
la libertà di volare
e randagia nel mondo
devo vagare,
Ma non mi stanco di sperare
"Si vedrá ".

Ascolto il canto dell'onda.
Ora so che
le mie ali devo medicare
per ritornare a volteggiare
nel cielo infinito
dove il vento mi canta
"Si vedrá"
.

da Gianna Binda - (Como)
.

Lontananza

 

Di giorno in giorno io cerco
la mia città, la mia terra
ch’è al di là di quei monti,
e mi stringe nell’anima
una malinconia ch’è un cantico
di ricordi, di care immagini
di giorni da tempo perduti
di visi che erano amici
dei miei monti boscosi
erti a cullare il lago.

Penso a questo cielo azzurro
che è lo stesso che laggiù
illumina eterno quel mondo
ch’era da sempre anche mio 
con i tenui lucòri dell’alba
con l’azzurro del giorno
e con il tramonto di fuoco.

Fra poco sarà la notte
e la luna proverà di nuovo
lattea a specchiarsi sull’acqua
che viene increspata alla riva
con un quieto mormorio
come di voce che sussurra,
ritmato dall’incessante
rincorrersi dalle onde.

Su tutto brillerà quella stella
che amavo fin da piccino
col suo scintillìo tremolante.
come un segnale distante
che sembra dirmi qualcosa.
.
da Emilio Montorfano - ( Milano )
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